MONOLITH VOLUME XIII: The conditions of my parole
Where does the language originate? When does it penetrate the infinite planes of signification and when does it lose against all its targets? Above all, how many forms and disguises are there in which he alternates, proving himself in the exceptionality of his gaze which now pursues an end now denies any intention?
Language, a multidisciplinary space that calls for the sharing of the world, presents itself under various identities and is the exact center, visible or invisible, within which the possibilities of being in history enter.
Even before becoming a common code, language is sound, the faculty of expression and confrontation with the surrounding environment. Articulating itself in more complex forms, it becomes the background within which we live, submerged by its innumerable transformations, its contradictions, its deceptions and its luminous potential.
From verbal to non-verbal, from animal to technological, passing through the proposals of fashions, art or social media, the unstoppable game of language is to allow the survival of ideas and actions through a vocation to enter the context of life, overturning it into plans of meaning that can build or de-build, raise or break down, evolve or stop. So what are its risks? What happens when words are lacking and communication becomes arbitrary, susceptible to misunderstanding, exposed to variations in interpretation? How far can we understand it? When does it happen to lose it? A bridge of communion between cultures, but also an insurmountable obstacle, a danger of abandonment and an eclipse of identity, today, more than ever, Language can be elected as a challenge, priority and thought formation.
OUR AUTHORS | CONTRIBUTIONS
Dove si origina il Linguaggio? Quando accade di vederlo addentrarsi negli infiniti piani della significazione e quando perde contro tutti i suoi bersagli? Soprattutto, quante sono le forme e i mascheramenti dentro cui si alterna, provandosi nella eccezionalità del suo sguardo che ora persegue un fine ora rinnega ogni intenzione? Il Linguaggio, spazio pluridisciplinare che chiama alla condivisione del mondo, si presenta sotto svariate identità ed è il centro esatto, visibile o non visibile, dentro cui si addentrano le possibilità di essere nella storia.
Prima ancora di diventare codice comune, il linguaggio è suono, facoltà di espressione e confronto con l’ambiente circostante. Articolandosi in forme più complesse, diventa il sottofondo dentro cui viviamo, sommersi dalle sue innumerevoli trasformazioni, dalle sue contraddizioni, dai suoi inganni e dalle sue luminose potenzialità.
Da quello verbale al non verbale, da quello animale al tecnologico, passando per le proposte delle mode, dell’arte o dei social, il gioco inarrestabile del Linguaggio è quello di permettere la sopravvivenza delle idee e delle azioni per il tramite di una vocazione a entrare nel contesto della vita, ribaltandolo in piani di significato che possano costruire o de-costruire, innalzare o abbattere, evolvere o arrestare. E allora: quali sono i suoi rischi? Cosa accade quando mancano le parole e la comunicazione diventa arbitraria, suscettibile di fraintendimento, esposta alle varianti delle interpretazioni? Fin dove possiamo intenderlo? Quando accade di smarrirlo? Ponte di comunione tra le culture, ma anche ostacolo insormontabile, pericolo di abbandono ed eclissi dell’identità, il Linguaggio può essere oggi più che mai eletto a sfida, priorità e formazione del pensiero.