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Criniti | Effetto Collaterale

Parigi gravava su Napoleone, per sua stessa ammissione, come una “cappa di piombo”: ciò costò la vita a dieci milioni di uomini. È il bilancio del “male del secolo” quando ne diviene l’agente un Renè a cavallo. Questo male, nato nell’ozio dei salotti del Settecento, tra le mollezze di un’aristocrazia troppo lucida, provocò devastazioni nelle più lontane campagne: dei contadini dovettero pagare con il sangue una forma di sensibilità estranea alla loro natura, come lo era a tutto un continente. Poiché le nature eccezionali in cui si è insinuata la noia hanno orrore di qualsiasi luogo e sono ossessionate da un perenne altrove, sfruttano l’entusiasmo dei popoli unicamente per moltiplicarne i cimiteri. Quel condottiero che piangeva su Werther e su Ossian, quell’Oberman che proiettava il suo vuoto nello spazio e che, a detta di Joséphine, fu capace solo di pochi attimi di abbandono, ebbe come missione inconfessata quella di spopolare la terra. Il conquistatore sognante è la maggiore calamità per gli uomini; ciò non toglie che essi si precipitino egualmente a idolatrarlo, affascinati come sono dai progetti strampalati, dagli ideali nocivi, dalle ambizioni insane. Nessun uomo ragionevole è mai stato oggetto di culto, né ha lasciato una traccia, un’impronta su un solo avvenimento. Imperturbabile davanti a una concezione precisa o a un idolo trasparente, la folla si entusiasma in presenza dell’inverificabile, dei falsi misteri. Chi è mai morto in nome del rigore? Ogni generazione innalza monumenti ai carnefici di quella che l’ha preceduta. È anche vero, però, che le vittime accettarono di buon grado di essere immolate, dal momento che credettero nella gloria, nel trionfo di uno solo, nella disfatta di tutti…
L’umanità ha adorato soltanto coloro che l’hanno fatta perire. I regni in cui i cittadini si spensero pacificamente non trovano grande spazio nella storia, e nemmeno il principe saggio, disprezzato in ogni tempo dai suoi sudditi; la folla ama il romanzo, anche a proprie spese, perché lo scandalo dei costumi forma la trama della curiosità umana e la corrente sotterranea di ogni avvenimento; la donna infedele e il cornuto forniscono alla commedia, alla tragedia e perfino all’epopea la quasi totalità dei loro motivi. Poiché l’onestà non ha né biografia né fascino, dall’Iliade fino alla farsa l’unica cosa capace di divertire e incuriosire è sempre stato il propalarsi del disonore. È dunque del tutto naturale che l’umanità si sia offerta in pasto ai conquistatori, che voglia farsi calpestare, che una nazione senza tiranni non faccia parlare di sé, che la quantità di infamie commesse da un popolo sia l’unico indizio della sua presenza e della sua vitalità. Una nazione che non stupra più è in piena decadenza; è dal numero degli stupri che essa rivela i suoi istinti, il suo avvenire. Cercate di scoprire a partire da quale guerra essa abbia smesso di praticare, su larga scala, questo tipo di crimine: avrete trovato il primo simbolo del suo declino; da quale momento l’amore sia divenuto un cerimoniale e il letto una condizione dello spasmo, e avrete identificato l’inizio della sua debolezza e la fine della sua eredità barbara.
Storia universale: storia del Male. Togliere i disastri dal divenire umano: tanto varrebbe concepire la natura senza stagioni. Non avete contribuito a una catastrofe? Sparirete senza lasciare traccia. Noi suscitiamo l’interesse degli altri in virtù dell’infelicità che spargiamo intorno a noi. “Non ho fatto soffrire nessuno!”: un’esclamazione totalmente estranea a una creatura di carne. Quando ci entusiasmiamo per qualche personaggio del presente o del passato, ci poniamo inconsciamente il quesito: “Per quanti esseri è stato causa di sventura?”. Chissà se ognuno di noi non aspira al privilegio di uccidere tutti i suoi simili… Ma questo privilegio è concesso a pochissimi e mai interamente: tale restrizione spiega da sola perché la terra sia ancora popolata. Assassini indiretti, noi formiamo una massa inerte, una moltitudine di oggetti di fronte ai veri soggetti del Tempo, di fronte ai grandi criminali che si sono realizzati. Ma consoliamoci: i nostri discendenti prossimi o lontani ci vendicheranno. Giacché non è difficile immaginare il momento in cui gli uomini si scanneranno per ribrezzo di sé stessi, in cui la Noia avrà ragione dei loro pregiudizi e delle loro reticenze, in cui scenderanno in strada a estinguere la loro sete di sangue e in cui il sogno distruttore, protratto per tante generazioni, diventerà quello di tutti…

 


Illustrazione di Chiara Criniti | Effetto Collaterale | Tecnica mista su tela | 200 x 200 cm | 2024.

Testo di E. M. Cioran | LA NOIA DEI CONQUISTATORI | Tratto da “Sommario di Decomposizione” | Adelphi Edizioni.

 

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