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E subito veniamo catturati da quelle linee che tracciano l’attimo in cui il buio si sbriciola nella luce spingendo avanti un uomo, forse l’ultimo uomo nella notte, e ci sorprendiamo a dire: è salvo. Finalmente e per sempre, salvo. Ma in questa doppia presenza, già catturati, già totalmente stretti alla scena, sentiamo una diga cedere sotto il peso dell’acqua. E quell’uomo intatto, salvo, quell’uomo che forse siamo noi stessi, per un istante, crolla.

La striscia nera di un palo fantasma è ora un muro invalicabile. La casa si alza, brucia. Porte e finestre sono scomparse. Il nero immenso si nasconde e bisbiglia. Tutto il bianco è praticamente cenere. Cenere che continua ad accanirsi. E l’ombra di quel disperso, si spaventa. Fugge indietro. Torna in una zona anfibia mentre la carne prova a resistere.

Allora ti accorgi che questa è la storia di un desiderio. E che l’uomo al centro del quadro, quell’uomo impietrato, concorre a questo desiderio. Si consumerà, si spegnerà in lui. E capisci in quel momento che devi avere qualcosa di bellissimo da opporre alle tenebre in agguato; altrimenti, sei perduto.

 

Montorfano | Night Shadows – Edward Hopper | April ’20

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