Milan
15 Nov, Friday
21° C
TOP

Interview | Gianfranco D’Elia

Last week we caught up with pianist Gianfranco D’Elia to talk about his views in contemporary music, as well as getting an overview of the artistic influences behind his work.



 

Inizierei dalla tua vita. Risiedi da diversi anni in Lombardia, ma sei di origini pugliesi. La tua terra è Molfetta. Quando l’hai lasciata?

Nel 2008. Dopo avere insegnato in varie associazioni culturali e musicali di Molfetta, Giovinazzo, Trani, sono partito per insegnare in importanti scuole civiche di Spoleto, Monte Porzio Catone (Roma), Vasto, Arezzo, Bolzano, dove ho svolto il ruolo di pianista accompagnatore e direttore di coro.

 

Raccontaci qualcosa della tua formazione. Chi sono stati i docenti che ti hanno accompagnato nel corso della carriera?

Ho studiato pianoforte al Conservatorio “N. Piccinni” di Bari con il Maestro Giovanna Valente, diplomandomi col massimo dei voti. In seguito, con i maestri Moscariello e Anastasi, ho conseguito Musica corale e Direzione di coro, poi anche Composizione e il Diploma di Musica corale e strumentazione per Banda. A Campobasso, presso il Conservatorio “L. Perosi”, ho acquisito il Diploma in Didattica della Musica.

 

Tra le molte attività musicali a cui dedichi il tuo tempo, mi sembra di capire che l’arte della composizione primeggi. Persegui uno stile compositivo in particolare? E quali sono le difficoltà maggiori che incontri all’atto dell’ideazione?

Definirei il mio stile “armonico” perché prossimo a quello dei compositori russi. Già da piccolo apprezzavo lo stile di Scriabin, Prokofiev e Shostakovich. Ancora oggi custodisco preziosamente il loro modo di esprimersi in musica. Col tempo è arrivato l’amore intenso per Bach, Beethoven, Ravel, Debussy e i polifonisti rinascimentali, tra cui Palestrina. Per questa ragione, a breve uscirà un mio lavoro intitolato “Falsi d’autore”, in cui ho raccolto alcuni mottetti in stile rinascimentale con temi di Palestrina stesso, Lasso e De Victoria.
In quanto alle difficoltà, potrei dire che sono quelle riguardanti semplicemente il materiale musicale da sviluppare, ovvero idee creative originali, non ancora battute, che inneschino il piacere della composizione. Non incontro grossi problemi nello scrivere in sé, piuttosto nel comporre per più strumenti, dovendo dare ad ognuno di essi il giusto rilievo.

 

Photo by Joshua Hoehne

 

Cosa sta accadendo secondo te, in ambito musicale, in questa difficile situazione pandemica? E come interpreti le proposte artistiche del nostro Paese?

Penso che la musica sia l’arte che sta soffrendo di più in generale. I teatri sono vuoti, le orchestre ferme, i musicisti attendono fervidamente di ridare voce ai loro strumenti. Tutto questo mi rattrista enormemente. Ed è un peccato perché ci sono teatri che diversamente dispiegherebbero proposte molto interessanti…
Io insegno in una scuola media della provincia di Monza e posso affermare che la Musica intesa nella sua accezione più alta e autentica non c’è. I ragazzi hanno interessi per i modelli musicali del momento e, benché sollecitati all’ascolto della musica classica, fanno fatica ad interpretare opere di maggiore complessità e levatura. D’altronde, se anche noi fossimo studenti di questi tempi e sapessimo di dover studiare Musica solo nel primo ciclo scolastico, probabilmente ci comporteremmo allo stesso modo.

 

Sei un compositore prolifico e operoso. Attualmente con quale casa discografica incidi e pubblichi?

Dopo aver pubblicato con la casa editrice “Il torcoliere” di Vasto, oggi pubblico e incido con Edizioni Canto Libero di Mariano Comense, il cui direttore è Callisti Matteo, che in questa sede ringrazio. Con lui ho già pubblicato Metodi per solfeggio, Composizione per vari organi, Quartetti per archi, Una sonatina per violino, per viola, per violoncello e pianoforte; composizioni vocali corali. Il mio ultimo lavoro è “Tre pezzi per Oboe e Pianoforte”, dedicato all’oboista e amica Luciana Visaggio. Su Spotify e sugli store online si può ascoltare un mio cd su musiche di Bach in cui ho registrato il concerto italiano in fa maggiore, le invenzioni a due voci e le sinfonie a tre voci. E in generale tutte le mie pubblicazioni si possono ascoltare su Canto Libero Classic.

 

Tuttavia alcuni tuoi progetti restano trasversali e si avvicinano alla letteratura e alla tradizione popolare…

Sì, come dicevi sono una persona molto attiva che non ama sostare troppo a lungo sulle solite cose. Per natura sono curioso e desideroso di incontrare altre discipline con cui avviare occasioni di ricerca, certo che queste non debbano fermarsi mai e debbano poter abbracciare la vastità dei talenti e delle sensibilità. Non a caso, contemporaneamente al classico ho pubblicato due album di musica new age e un cd di ninne nanne. Permettimi di rivelare a chi ci legge che a breve musicherò anche alcune delle tue fiabe! Senza dimenticare che sto collaborando al progetto “Canzone classica napoletana” assieme alla bravissima scrittrice e collega Teresa Schiattarella. Insomma: molte idee e molti propositi in cammino, tutti mossi da un grande entusiasmo e dalla voglia di non allentare il passo.

Photo by Tadas Mikuckis

 

Mi incuriosisce il tema della sensualità nella musica. Esiste un carattere erotico che il suono suscita a contatto con l’ideazione creativa e immaginativa?

Certamente. Molte delle espressioni a cui la musica si rifà le ritroviamo nel mondo antico, forse perché la musica è l’arte che più di tutte esplicita e rievoca l’Eros: ha infatti il pregio di poter vivere il momento e di pervaderlo, intrecciandosi ad esso; è direttrice di istanti, emozioni e turbamenti che avvengono sincroni all’ascolto. La mia musica è legata ad esempio all’idea del tempo e della memoria, a mio avviso temi di grande carica sensuale. Ognuno di noi ha dei ricordi che indissolubilmente custodisce dentro di sé e che, grazie alla musica, possono assumere fisionomie diverse, suggestioni inattese; possono ritornare ad esempio a suggerirci qualcosa che era rimasto sopito o a rivelarci nuove percezioni che prima avevamo ignorato tratti dalla indifferenza o dai meccanismi del quotidiano. In questo senso, la musica è erotica: pervade di nuovi orizzonti sensuali qualcosa che si rinnova continuamente dentro di noi.

 

C’è un legame tra la tua musica e gli artisti pugliesi?

È un legame poco frequentato, a dire il vero. Sono abbastanza slegato da quanto accade nella mia regione, sebbene ammiri i suoi Maestri, come Raffaele Gervasio, Ottavio De Lollo e il grandissimo Nino Rota. Come dicevo, differentemente da loro, alcuni miei brani traggono origine ed ispirazione dalla scrittura dei compositori russi.

 

Ti piacerebbe un giorno tornare a Molfetta?

Penso spesso ad un possibile rientro in patria, ma non nascondo di essere stato accolto benevolmente al nord. Qui mi vogliono bene e ho potuto costruire un’altra Molfetta. Ma “mai dire mai”!

 


Gianfranco D’elia on Fb

Featured Image by Geert Pieters

 

 

Post a Comment