Antonucci | Quello che resta
Le strisce di carta da parati restano su grazie alla colla tenace della memoria,
mentre le pareti pregano di esserne finalmente liberate.
L’incongruità della vita vissuta affiora nell’incongruità delle cose.
Nessuno si è preso la briga di badare alla coerenza, negli ultimi decenni di vita della vecchia casa.
Sei tornata a spalancare le finestre, a dare luce alla polvere,
a sgombrare gli armadi e gli scaffali, a soffiare via la tua immagine dagli specchi
e liberare le vecchie sedie dalla pena dell’attesa.
Nella vecchia casa,
quando le finestre vengono di nuovo spalancate
– e per l’ultima volta sei tu a farlo –
quello che resta sembra vergognarsi di essere stato scoperto
ad esistere ancora.
Niente più mi ferisce, di quello che resta.
Ho sognato piccole fate di cristallo che saltellavano di notte
sui piedi di noi bambini, facendoci sorridere nel sonno.