Anghilieri | Centro di aiuto alla vita
“La Vita è opportunità, coglila. La Vita è preziosa, abbine cura. La Vita è una lotta, accettala”. Sono alcuni versi della celebre poesia Inno alla Vita, che ci aiuta a guardare con gli occhi della speranza e della resilienza la nostra vita e le nostre difficoltà. Nel testo si parla di rischio e di sfide, di sogni e opportunità, da realizzare con perseveranza e da conservare nella memoria. Vengono prese in esame tutte le diverse declinazioni della vita umana (dovere, amore, mistero, lotta, pace), analizzate da un’anima grande come quella di Madre Teresa di Calcutta. L’esistenza viene avvertita dunque come un percorso arduo, ma al contempo eccezionale, da affrontare a testa alta. Leggendo questo testo, breve ma carico di significato, il pensiero va alle situazioni in cui la è la vita stessa a essere in pericolo. Quando viene calpestata o rischia di essere messa a repentaglio. Quando un grido disperato viene lanciato da chi ne ha bisogno. Ma c’è un’associazione che risponde agli appelli accorati di donne giovani o meno giovani, di qualsiasi condizione sociale o provenienza. Un sodalizio che tenta di tutelare chi è in difficoltà e cerca sostegno. Un ente che non ha fini di lucro, ma trova il suo fondamento nell’assistenza e nella presenza costante. Si tratta del Centro di Aiuto alla Vita, una realtà ormai radicata da tempo nel nostro Paese, nata per venire incontro alle necessità delle donne che vivono una gravidanza difficile o inattesa. Il CAV è un’organizzazione apartitica che svolge animazione culturale, sociale e politica a favore del rispetto della vita umana, con particolare riguardo a quella degli esseri umani più fragili e che si sentono messi all’angolo dalla società. Ogni anno circa 60mila donne, delle quali la grande maggioranza è in attesa di un bambino, vengono assistite in vario modo. “Potrebbero raccontare storie drammatiche – quasi tutte, però, a lieto fine – di speranze perdute e ritrovate, di fiducia smarrita e restituita. Dal 1975, anno in cui a Firenze è stato fondato il primo Centro, sono stati oltre 200mila i bambini aiutati a nascere dai volontari dei CAV, un numero in continua crescita, segno di un impegno continuo ed efficace. Centinaia di migliaia sono state le donne accolte, assistite, ascoltate, aiutate” si legge sul sito del Movimento che è articolato in 19 Federazioni regionali ed è rappresentato da numerosissime sedi locali su tutto il territorio nazionale. Nella sola provincia di Monza e Brianza se ne contano 9, tra cui quello di Besana in Brianza, che celebra quest’anno il 35esimo di attività e che, nel mese di Novembre 2022, ha aperto un punto informativo e di ascolto, per condividere dubbi, bisogni, paure ed emozioni, accogliere nuovi volontari e proposte di iniziative per le famiglie, sostenendo le donne che richiedono aiuto nella gravidanza. Inoltre il nuovo spazio si propone di offrire supporto emotivo su tematiche inerenti maternità, infanzia e adolescenza e di garantire concretamente assistenza alle mamme nella gestione di pratiche amministrative.
Sono annualmente più di 150 le famiglie aiutate dal CAV di Besana con donazione di materiale per l’infanzia, una settantina quelle assistite con fornitura di latte e pannolini fino ai 18 mesi del neonato. Numerosi i progetti che l’associazione locale porta avanti, tra cui “Adotta una mamma, adotta la vita” con benefattori locali che offrono aiuto economico a giovani mamme in difficoltà e “Quota latte” con diverse famiglie aiutate nell’acquisto di latte artificiale. Un impegno per la vita fatto dunque di concretezza.
Non mancano poi le iniziative, come “Un biglietto di auguri per la vita” con la richiesta rivolta a tutti, a mezzo web e social, di fotografare o disegnare qualcosa che rappresenti una vita che nasce: un bambino appena nato, il sole che sorge, un bocciolo che diventerà una rosa… e l’invito a mostrare con un’immagine ciò che a ciascuno ricorda l’inizio di una vita. Un piccolo gesto, pensato qualche anno fa per i biglietti augurali da vendere, al fine di contribuire alla crescita dell’associazione. E ancora la raccolta mensile di indumenti e di tutto ciò che può essere utile per i primi anni di vita del bambino o i concorsi organizzati coinvolgendo gli alunni delle scuole. I numerosi volontari con passione, amore per il prossimo e spirito di iniziativa si mettono a disposizione di chi cerca aiuto. Un mezzo importante per portare avanti le idee del CAV di Besana è anche il teatro, vissuto come un modo per imparare a conoscere sé stessi e poi aiutare il mondo con un’intensità e una verità differente. “Cantando per la Vita” è uno spettacolo teatrale annuale (proposto dai volontari, trasformati in attori, con il coinvolgimento di ragazzi e ragazze dall’età scolare alle superiori) che fa crescere ciascun volontario, permettendo nel contempo di avere un ritorno economico per aiutare tante persone che vivono situazioni difficili. In tutti questi anni quanti hanno chiesto aiuto al CAV di Besana, soprattutto le mamme, hanno potuto trovare una porta sempre aperta ai loro bisogni, ma soprattutto ascolto e attenzione a ogni richiesta, così da permettere a una relazione che inizia da un bisogno di trasformarsi, spontaneamente e negli anni, in un legame più stretto, più amichevole e sentito.
Sì, perché è proprio questa la forza di ogni Centro di aiuto alla Vita: comprendere e sostenere chi cerca aiuto, non imporlo; parlare e trovare accoglienza, non giudicare; garantire la possibilità di dialogare in totale riservatezza, non fare pressioni. Perché chi ascolta prova ad alleviare le difficoltà, i dubbi e le paure di quanti si rivolgono al CAV, lasciando assoluta libertà di scelta. Una libertà di scelta che ha portato tante donne, in tutti questi anni di attività del CAV, a dire sì alla Vita, comprendendo che la libertà si lega in modo inscindibile alla vita stessa. Pertanto la tutela e il sostegno alla Vita, pur nel rispetto di chi la pensa diversamente, diventa per i volontari del CAV una missione, per venire incontro a chi sente il bisogno di aiuto. Una richiesta che viene letta come un appello accorato per la Vita. Un anelito che è il medesimo posto da Madre Teresa di Calcutta a conclusione del suo Inno: “La Vita è vita, difendila”.
Foto di Hannah Busing