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Criniti | Archeologia di un ricordo

Una giovane ragazza, probabilmente una bambina, si porta al grembo qualcosa: forse un animale, che guarda in una direzione opposta alla sua. Entrambi sono remoti, lontani, hanno a che fare con le incerte predizioni della memoria, assumono la luce e insieme la sonnolenza del mondo, poiché risaltano in una postura che sta tra la permanenza e la spinta a cedere. Da dove viene quella giovane figura femminile? Da un fotogramma sperso, di città in città, precipitato nel cassetto di unalternanza di case, forse chiuso nel chiavistello dei giorni affaticati dalla paura di sentirsi in abbandono? Eppure, ancora esiste. Esistono la lieve piegatura in avanti della bambina, un cappellino a righe, una gonna gonfia, le spalle strette nellabbraccio allanimale; sullo sfondo, qualcosa che assomiglia a una mobilia.

Davanti, ieratico e pacifico, il busto di una creatura antichissima sorretta da un tronco e dei rami che ne riempiono il corpo, la sua ossatura, il suo stringersi in nervature, assalti, legamenti.

Su tutto, campeggia una sedia: accogliente, in attesa.

È unopera in cui, cardinalmente, si annuncia la consegna di un destino. Una geografia del tempo che preannuncia il miracolo dello scorrere degli anni. La forma di una casa, il confine del luogo, la forza dellessere custoditi e tracciati nellapparizione delle figure che lentamente emergono dal foglio e sembrano calchi di un sogno familiare che a ritroso si comportano come gli anni: allo specchio ritornano, trasmutati ma illesi, dai contorni che smaniano di raccontare.

È il senso di ciò che chiamiamo casa. Vivere nelle poche cose che davvero abbiamo a cuore. Imparare a servire lamore, donandolo senza aspettative. Essere nella realtà, sulla soglia di una porta aperta con garbo. Vigili e appassionati, sorretti da radici anteriori, spogliati da ansia di possesso, ostinazione di potere. Restare in attesa, ospitando o accolti, allungare la vita nella vita degli altri, sapendo dessere molto vulnerabili.

 


Illustration by: Chiara Criniti | “Archeologia di un ricordo” | Collage digitale | 2020 | @chiaracriniti

Text by Carla Saracino

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