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Criniti | Sulla televisione

“L‘immaginario collettivo si popola di eroi esilissimi; ma questi eroi, a differenza degli eroi scolastici, non sono portatori di una idea. Come dei personaggi mitologici di cui si sia persa la nozione di ciò che dovevano simbolizzare, e rimangono nei loro miti e nei loro poemi epici come portatori di valori ambigui, assertori di doveri contrastanti, protettori della castità e della lussuria al tempo stesso; come gli animali del bestiario medievale, che volta a volta potevano significare Cristo o il Diavolo, e spesso vivevano ormai di vita propria sui portali delle cattedrali, contro le intenzioni dei pii arcivescovi che li avevano commissionati ai loro mistici scalpellini, i grafici pubblicitari dell’epoca.
Così facendo questi personaggi sembrano colmare una profonda esigenza di un’epoca senza miti e senza eroi; ossessionata da fenomeni ormai collettivi che non si possono riassumere nel volto di un eponimo: e la morte di Gagarin rinfresca appena, per poche settimane, una mitologia spaziale che si riassume più in un’immagine di capsule e di mitiche imprese tecnologiche collettive, che non nel volto di un coraggioso perfettamente fungibile.
Chi è morto nel rogo di Cape Kennedy? Schirra, White, Grissom, Chaffee, Glenn, Shepard? E dei russi, Titov o Komarov? Il pubblico non lo sa più. Ricorda l’epica collettiva, non gli dèi perituri.
Le epopee anonime della nostra epoca, distrutta la figura dell’eroe, hanno spinto i mezzi di massa a creare degli eroi sostitutivi, per colmare quel bisogno di figure esemplari che al fondo permaneva nel grosso pubblico. Primi tra tutti i divi, gli “olympiens”, la “élite senza potere” di cui ha parlato Alberoni. Ma questa élite, a differenza di quella dell’altro Olimpo, ha la caratteristica malinconica di essere deperibile. Brigitte Bardot è ignota alle giovani generazioni. Dopo pochi anni di trionfo. Più perituri degli dèi cinematografici, gli dèi pubblicitari invadono l’immaginario collettivo per stagioni brevissime, e muoiono a breve scadenza. Ma con l’aver invaso i televisori, le pagine dei giornali, i muri, le città, hanno lasciato una traccia. Hanno indotto il bisogno di volti esemplari. Hanno rinfocolato l’esigenza di un esempio visibile e nominabile. Ma, come l’hanno rinfocolata, l’hanno delusa, perché apparivano troppo deboli per soddisfarla e sostenerla.”

 


Illustrazione di Chiara Criniti | Tratta da: One Collage A Day Sketchbook –  giorno 06 agosto 2020.
Collage | 34 X 22,5 cm | 2020.
Testo tratto da: Umberto Eco, Sulla televisione – scritti 1956|2015, a cura di Gianfranco Marrone, La nave di Teseo, 2018.


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