EDITORIAL VOLUME I
Monolith nasce in un tempo di cosiddetta saturazione o di eccessiva disposizione all’inurbamento di progetti lanciati sul web e lasciati a gloriarsi dell’effimero che fa notizia. Ciò nonostante, è da questa macinazione del presente che si origina la sua forma. Esattamente da questa moltiplicazione ad oltranza delle cose che macchinalmente sorgono e risorgono dentro il nucleo compiacente della comunità globale. È un incubatore, una piattaforma del pensiero, apparentemente nulla di dissimile dal flusso delle scatole in cui stiviamo i nostri diari contemporanei. Ma a sondare con scrupolo la passione di chi lo ha creato, Monolith è altro. È una rivista, cartacea e digitale, che decide di entrare nella frammentazione del quotidiano per riferirsi a una pluralità differente, quella delle persone invitate a intervenire: narratori, filosofi, architetti, geografi, antropologi, psicologi, fotografi, illustratori, ma soprattutto i lettori stessi, che potranno esserne parte, pubblicarvi i loro contributi, costruire una relazione di idee e di approfondimenti intorno a dei temi stabiliti. Sei gli oggetti di discussione inseriti in altrettanti volumi che, entro un anno, si realizzeranno in un percorso di argomentazioni originali, inedite, mai apparse altrove precedentemente. Solo dodici gli autori individuati per ogni volume, dodici punti di vista legati insieme da una visione che è quasi prospettiva di osservazione, ricerca, studio..
La rivista si riconoscerà in un unico corpo assemblato da più voci, si rappresenterà come mezzo di indagine, un foglio piegato dentro una trasmissione del dialogo che si formerà e si incarnerà nella passione della lettura, dell’essere interpreti delle possibilità di vedere con gli occhi dell’altro il medesimo oggetto di trattazione.
Si aprirà a collaborazioni esterne, inviterà chiunque a proporsi con il proprio lavoro, se interessato da una forte convinzione ad essere parte di un disegno di leale condivisione. Basterà raggiungere la rivista al suo sito www.monolithvolume.com, indicare un’idea, una suggestione, comprenderne insieme alla redazione l’appropriatezza rispetto all’esito finale e offrirsi alle trame di un tempo dedicato all’artigianalità della parola, dell’immagine, della carta che si modella insieme alle persone e alla loro storia. Non un settimanale, neanche un mensile, ma una rivista-libro, contraddistinta inoltre da una cura verso la veste grafica dei contenuti e la loro impaginazione. Per Monolith è importante anche questa attenzione verso la composizione della forma che, se non è essenziale, riveste comunque una forte responsabilità, ovvero quella di apparire nell’interpretazione di un contesto e di un presente che sono strettamente correlati alla facoltà delle azioni e dello sguardo.
Atto d’esordio, incipiente materia prima da cui generare il successivo sviluppo è il tema (Avere) 12 anni, età franta e discussa, il tempo di nessuno. Esordire con un tema all’apparenza così singolare e insolito dispiega in noi l’orizzonte quasi felice di una speranza. Che siano il dodicenne a parlare o i dodici anni fa, l’argomento invita a un atteggiamento di frontalità verso se stessi e gli altri. È nelle rughe frenetiche del quotidiano che incontriamo i nostri dodici anni o nella remota vanga della memoria, dove compaiono eclettici gli anni della società di allora, in cui abbiamo apposto un gesto, un tributo, un segno. (Avere) 12 anni è forse la spinta iniziale da cui progredire e aprirci al corso della vita e di ciò che più le pertiene, ovvero lo sforzo comune di leggerne le aperture e le chiusure, nell’ordine del tempo, che è anche il ritmo del cuore. Non a caso, a seguire, è proposto il motivo del male, in Josef, che trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente avvenuto e che aspira a indagare quale sia il rapporto con lo specchio inverso, quando il concetto di umanità decade e ritrae lo scomposto, il contrario, il terribile. Il tema del mare, protagonista nell’Interminabile, è un omaggio a questa creatura vivente, spettacolare nella disinibita ramificazione di occasioni che offre. Il mare, così come oggi e in passato concepito, non può che restare infisso nella resistenza alla rovina e tendere ad una volontà di sopravvivenza che possa fornire l’uomo di tutti gli strumenti per esulare dalle ovvietà e puntare alle straordinarietà. Si chiude l’anno con una seconda terna: Reliquie, parola solenne, quasi formale, e tuttavia scabra, ridotta all’osso di un linguaggio segreto, confine di rarità; il Bianco, colore e archetipo, misura o superamento dei limiti, una sorta di principio e iniziazione. Infine, l’Addio, un congedo definitivo per alcuni, transito e domanda sospesi per altri.
Materie che vanno verso l’attualità, ma che vogliono dedicare del tempo anche alla necessità di riflettere a fondo sulle cose, dare loro una impronta di valore e di permanenza, evitarne il dissolvimento nelle pastoie del facile consumo.
Non casualmente sono temi che, per natura e richiesta, sottopongono l’attenzione all’esigenza di soffermarsi e proporre un atto di rallentamento. Ogni collaboratore di Monolith potrà attraversarli con la libertà e la sensibilità che riterrà di possedere distaccandosi dalle nostre linee di orientamento o traendone spunto. Siamo fiduciosi e confidiamo nelle loro opere, crediamo possano aggiungere all’accidia degli istanti un tempo largo di spazio e di respiro, di ragionamento e passione.rediamo possano preludere a quel gesto antico dello stare insieme non per opportunismo o posa, ma per attrazione naturale, desiderio di affermazione intorno a un evento o un’esperienza umana. A loro va il nostro buon augurio e la nostra aspettativa di lunga dedizione. Ai lettori il piacere di leggerci, trovarci e contattarci. Attendiamo di essere raggiunti e di lavorare coralmente per la riuscita dei volumi completi. Attendiamo di essere sorpresi e incoraggiati, salutati da un vento favorevole. Prossimi e in cammino.