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Interview | Gianfranco D’Elia

L’intervista a Gianfranco D’Elia, musicista e compositore di origini pugliesi che da molti anni è voce autorevole del più interessante panorama musicale italiano.



Sei un compositore e pianista affermato, molto prolifico. Quanta parte della tua vita occupa la musica?
Moltissima, anche se ancora adesso le persone mi chiedono se la musica sia in effetti la mia vera professione, scambiandola per un passatempo. Generalmente, in risposta sorrido perché mi rendo conto di quanto sia dura a scomparire la convinzione secondo cui fare musica sia qualcosa di secondario e non un mestiere dalle tante sfaccettature: direttore di coro, musicologo, compositore etc. Poi vado indietro nel tempo e penso a quanto sia stato difficile seguire dieci anni di studio pratico e teorico e a quanto sia stato fortunato a crederci. Molta gente non conosce i sacrifici di un musicista.

Chi è, generalmente, un musicista?
Un musicista è una persona dall’animo creativo e spesso giocoso. Partecipa al processo di costruzione e progettazione dell’evento musicale attraverso tutti quei nuovissimi modi di organizzare la sonorità, come il rullare, il ripetere, il creare contrasto, il trasformare una forma sonora in un’altra.

È a suo modo un inventore…
Sì, in questa maniera rende la musica un’esperienza umana fondamentale. Se nel corso dell’adolescenza arriva ad influenzare l’intera personalità dell’individuo, è anche vero che, più in generale, a qualsiasi età, la musica rappresenta un tratto specifico dell’identità personale. La motivazione di questa rilevanza dell’esperienza musicale nell’esistenza di ciascuno è determinata dal fatto che sia strettamente collegata alla sfera emotiva, al sistema di valori e persino al livello cognitivo dell’individuo stesso, il quale, nel momento in cui ascolta o suona un brano musicale, sente un coinvolgimento pieno di tutta la sua persona, dal corpo all’intelletto.

L’esperienza musicale può persino diventare uno specchio di fronte al quale guardarsi senza giustificazioni o maschere?
Certo, essendo portatrice di una carica altissima di emozione, costringe a mettersi in relazione con i propri sentimenti; il suo linguaggio può essere un validissimo strumento per far star bene qualunque persona, indipendentemente dalle età o dalle vicissitudini della vita, e questo è il mio scopo.

Quale aspetto della tua persona influenza la ricerca musicale?
Sono molto curioso e cerco di migliorare continuamente le mie competenze resistendo alle storture di questo ambiente, che pure ci sono e non vanno nascoste. C’è da dire che trasformandole o superandole, le soddisfazioni diventano maggiori.

Una delle storture?
L’idea che si possa suonare gratuitamente. È il retaggio di cui si parlava prima, ovvero che per alcuni sembra impossibile fare della musica un mestiere come tutti gli altri. Talvolta manca di un riconoscimento in termini economici e questo è un problema.

Perdona l’ingenua curiosità: suoni per te stesso o per gli altri?
Suono per me stesso e per gli altri. Non distinguerei i piani, malgrado a volte sia necessario farlo, a causa dei diversi contesti e delle misteriose dimensioni a cui la stessa musica induce. Ci sono dei momenti in cui il dialogo con l’intimità e la solitudine è urgente: allora è fondamentale suonare (o comporre) in sincronia con la parte più estrema di sé stessi, incontrando i propri spettri o i propri spiragli di luce. Ci sono altre volte in cui suonare è un’esperienza doverosamente collettiva e corale, perché qualcuno ti sta chiamando e vuole entrare nella tua vita e allora bisogna avere il coraggio di aprirsi, accogliendo, compiendo un tratto di strada insieme, fosse anche solo per il tempo di un breve ascolto.

 


 

Comments (6)

  • D'Agostino Giovanni F.sco

    Intervista sublime… emerge dalle domande poste e risposte date che esse partono dal profondo sincero dell’animo, di chi ( intervistatore ed intervistato ) svolge, in professionalità, una propria indole con passione e serietà del proprio credo, e ne fa Arte. Domande apparentemente scontate, sono puerili alla diversità di platea che legge, mentre le risposte, altrettanto chiare e puntuali, sono il vero Autoritratto del Musicista, in ogni sua sfaccettatura raccontata. Tutto perfetto come il battito del Cuore. Semplicemente … Complimenti, con i migliori Auguri da parte mia ,,, D.G.F.

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  • Filippo

    Mai sentite parole migliori per descrivere tutto il mondo che riguarda la musica!
    Grande D’Elia, un grande musicista!

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  • Grazia Coppolecchia

    Una bellissima intervista. Una analisi puntuale e veritiera della figura dell’artista.
    Grazie Gianfranco per aver reso la nostra realtà difficile ma bellissima così viva e pura.

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  • Cosman

    L’interazione fra musica e sentimenti che riesci a trasmettere anche nell’anima di chi ti ascolta è straordinaria. Certamente le soddisfazioni dei riconoscimenti saranno maggiori delle remunerazioni come solo un grande maestro riesce a trasmettere i propri sentimenti.

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  • Mario Baldassarre

    La passione del maestro D’Elia impreziosisce l’arte melodica con stile ed eleganza. Dalle parole prevalgono sentimenti sublimi, sopraffini, mai espressioni puerili di contrasto. La musica del maestro è multifunzionale per il corpo, la mente e lo spirito; l’armonia fa vibrare le corde dei buoni sentimenti e delle emozioni più belle, facendo, così, prevalere la dimensione terapeutica. La professionalità, frutto di una perseverante abnegazione, traspare con evidenza dal pensiero con cui hai affrescato la bellezza dell’arte musicale: una intensa espressione d’amore. Ad maiora

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  • Lucio Diegoli

    Solo noi sappiamo quali e quanti sacrifici si fanno per ottenere anche solo un certo tipo di suono, o una frase particolare. Un abbraccio, caro Gianfranco, e che tu possa coronare tutti i tuoi desideri.

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