Travers | Il presente incessante
Lo schizzo, tradizionalmente, è l’annotazione preliminare delle idee che andranno a compiersi con maggior cura e significato sulla tela. Travers si ferma invece al primo passaggio.
Cosa c’è allora di interessante in questi lavori che potremmo felicemente archiviare in una scatola o alloggiare tra gli angoli della nostra memoria già intasata? La risposta è: una mole infinita di particolari. Una maniacalità che svuota il tratto dal desiderio o dall’inquietudine lasciandolo nell’ammirazione immobile. Tutti questi dettagli che si sollevano davanti ai nostri occhi mentre osserviamo le immagini, ci investono e ci trascinano in un viaggio che fa del clamore un frammento delicato della nostra memoria. In un attimo, senza lo sfavillio e la complessità a cui il dipinto ci ha abituato, il bianco e il nero ci strappano dal nostro quotidiano e ci involano.
View of Haussmann building – Paris, FR | Original reference photo by @parisvisuals
Beole, massi, pietre screziate dal tempo, l’imponenza delle colonne e la vertigine impertinente delle guglie, ci trascinano nelle città per conoscerle attraverso i loro scorci lucidi di pioggia o ancora bagnati da una debole luce invernale. Così ci troviamo a sostare a un incrocio parigino, dove i grandi alberi inondano d’ombra i tetti scuri e le grandi finestre del boulevard Haussmann, tipica iconografia della trasformazione metropolitana napoleonica. Poi, in un attimo, eccoci sulla scalinata del Palais Garnier o vertiginosamente in alto ad osservare Santa Maria della Salute, a Venezia o ancora e senza soste, a Versailles o a osservare le grazie di un nero lampione mentre la confusione scorre ai suoi piedi.
View of Montmartre stairs and Cafe Halte – Paris, FR | Original refrence photo by @latete_enlair
Tutte queste vedute, tutti questi dettagli pazientemente trascritti, riempiono a mano a mano la nostra curiosità trasformandoci in felici viaggiatori. E un racconto misterioso inizia a tramarsi tra questi movimenti manifestando un’innocenza vittima dell’azione: la storia della nostra giovinezza con le sue improvvise partenze e intemperanze avventurose, la narrazione ripetitiva della nostra adultità tra impegni lavorativi e pause improvvisate, oppure, fermi tra gli angoli in ombra di qualche caseggiato o nell’arsura bruciante dell’asfalto, rinvenire i nostri amori guadagnati e persi, i pomeriggi sognanti o quelli scambiati per le conseguenze di un presente incessante, l’ozio improvvisato e quello cercato, la dispersione e la caparbietà, il sorriso selvaggio di chi non smetterà mai di vivere e il sorriso trattenuto tra le spalle di chi non smetterà mai di morire.
Allora il tratto metodico e attento di Travers, ci conduce non solo a ricordarci dell’estesa bellezza fabbricata dall’uomo ma anche alla più generosa vita che, seppure ci dilania, rimane l’avventura della luce e del bianco, il bianco che imprigiona la luce alternandosi con il nero che la spegne.
All drawings by: Stephen Travers | @stephentraversart
Cover Illustration: View of Haussmann building with trees – Paris, FR | Original photo reference by @parisloovers