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Monti | Persino semplice

Silvia Monti (Morbegno, 1971) vive tra la Valtellina e la Brianza. Ha pubblicato i volumi più primavera che paranoia (2006 – premio Opera Prima, Lietocolle), così uguale (2008 – collana Festival, Lampi di stampa), l’auto-antologia come a casa (2019 – con fotografia di G. Mazzoni) e le plaquettes novantasetteKm (2004 – premio Gruppo Fara, Bergamo), a testa in su (2009 – Gattili ed.), buoni propositi (2010 – ed. Fuori dal Coro, Mendrisio, CH). Sue poesie e interventi critici sono apparsi su riviste cartacee, on-line ed inclusi in antologie. Persino semplice è la sua più recente pubblicazione.

 

Dalla sezione: Betulle e altri alberi

Resto seduta sulla scala
e guardo il prato, le ombre, i rami, il noce,
le pietre, le foglie.
Resto da sola, seduta,
e ascolto ad uno ad uno i rumori e le voci
e il ghiro che viene a ricordarmi che siamo in tanti
e diversi. Svegli, presenti
mentre la notte comincia
e cominciano ad accendersi domande
sottili tra i fruscii, i muscoli del corpo
e le cicale. E sanno dare un nome
a quel che non conosco.

Così, mi riconosco
sui gradini di sasso della casa in montagna
al limite del bosco.
 

Dalla sezione: Prima di respirare

(Noi)

Fuori dagli abissi neri ci sono altri
abissi neri, ci sono altri abissi neri
ci sono altri che come me,
fuori dagli abissi neri,
guardano
nel nero degli abissi oscuri
da fuori e resistono al richiamo
e vanno avanti

e il sibilìo del risucchio
si fa lento distante affascinante
lontano.

E siamo fuori dagli abissi neri
fuori dai tormenti oscuri.

 

Dalla sezione: Un nome, ma tante

Giuseppina

Mi piaceva chiamarti zia zia Pina
perché eri la zia di mia zia Pina,
la sorella della nonna che non si era mai sposata,
Giuseppina.

Fino all’ultimo, fino alla vecchiaia
più vecchia, quando ti ho conosciuta, io bambina,
una vita di poche parole
e sempre qualcosa da fare
(eri buona e affidabile come un asino
mi hanno detto una volta, di te.)

I frutteti e le mucche e l’orto,
e lavoravi a giornata
e lavoravi a casa
e dopo sei rimasta col fratello
e le nipoti da accudire, la nuora via di testa
e fino all’ultimo, finché ci sei riuscita
sempre qualcosa da fare.

Gentile, piena di rughe, leggera
e mai al centro della scena,
se ti guardo con gli occhi di allora
(lo sapevi che si può anche riposare?).
Viva, di un’accoglienza disarmante.

Persino dopo più di quarant’anni, ancora,
la riesco a sentire.

 

Dalla sezione: Segnavia

Canti sotto la doccia
ed è mattina presto, troppo presto
per essere sabato, ed è persino
una mattina d’inverno
quando il letto caldo è un invito
decisamente
insistente.

Tu canti sotto la doccia
io ascolto sotto il piumone e capisco,
dentro la tua bella voce,
che anche uno dei cliché più comuni
(cantare-sotto-la-doccia)
può essere un momento di rara poesia.

Non la mia, la tua

 

 


Testi tratti da Persino semplice, Interno Libri edizioni, 2023
Links: Website | Interno poesia | Interno libri

 

Foto di Eduardo Barrios

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