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Saracino | Tre racconti sensuali

“Tre racconti sensuali” di Yorgis Yatromanolakis, pubblicato di recente dalla giovane casa editrice Lamantica, è un piccolo libretto al cui interno si dipanano le atmosfere e le suggestioni di una Grecia che sprofonda nell’esercizio delle esperienze visionarie e al contempo della tradizione, nell’ambivalenza e nelle estasi di un mondo che alle tematiche letterarie moderne sovrappone uno scenario arcaico e surreale, esacerbato da contesti e sfondi selvatici, prossimi all’architettura del paesaggio e dei respiri tipicamente greci e specificatamente cretesi, considerate le origini dell’autore.
“Il ciclo di Irene”, “Tarme, piaghe di libri”, “Stimmate cerulee”: sono i tre titoli dei racconti progettati per iscrivere sensualità tra le pagine azzurrine di questo piccolo libro che si presenta con una copertina interamente bianca, semplice, spoglia di pretese o evocazioni figurative che possano condizionare il centro essenziale della narrazione: l’attenzione, appunto, a una compagine di atti e parole che esprimono della vita l’esaltante vanità e profondità dei sensi, la spregiudicatezza e la luce delle pulsioni che rivelano quanto l’esistenza umana possa, osando, spingersi oltre le definizioni del reale, aspirando a mete più rischiose, pericolanti, estreme o semplicemente meno condivise, quindi lasciate all’ombra dell’interrogativo, del dubbio, della circospezione.

È inoltre un libro sulla necessità sensuale, vale a dire su quel che il sesso va seminando dentro le sue arie di inquietudine, in una musicalità che scandisce il tempo non relegandolo nella semplicistica immagine di un atto masturbatorio o di un incontro tra amanti. C’è dell’altro infatti, poiché il sesso è anche molto altro.

Ne Il ciclo di Irene il diventare donna della protagonista coincide con la smoderata urgenza di entrare in contatto con se stessa e con il mondo per il tramite del cibo, della lussuria espressa dall’appagamento che può provenire dall’ingurgitare dolci: una sorta di corruzione del corpo che, eccedendo quasi per spirito di rassegnazione, decide di darsi in pasto, di librarsi nel vizio della gola, di diventare tutt’uno con esso.
In Tarme, piaghe di libri, si incontrano le fessure, gli interstizi del piacere morboso che evidentemente può trovare strade inusitate per stanare le sue vittime. Un bibliofilo accanito giunge a fare delle biblioteche e delle letture in solitario il tempio di un Eros incarnato nella letteratura stessa, fin dentro le polverose pagine dei libri, che annusa e ama quanto il corpo di una donna, giungendo a congiungersi con le parole e le metope scultoree, icastiche delle sue perversioni.
Nel meraviglioso racconto finale, il sesso è un assolo magico ed è interpretato da una donna dal nome che ispira, Eftichia. Una creatura povera, abitante di un villaggio cretese dei primi del Novecento, la cui particolarità sta nell’essere avvolta in alcune parti del corpo da delle piccole vene cerulee che quasi baluginano e si accendono nel momento del piacere, del divertimento, della felicità. Così la ragazza diventa l’azzurra fiaccola di un tempo rupestre, magico, in cui gli incontri sessuali sono il miracolo di un modo femminile di rapportarsi alla vita, all’altro sesso e anche alla maternità.
Su tutti e tre i racconti aleggia una strana, bizzarra, surreale dimensione religiosa che si alterna a quella superstiziosa e frugale della linea del desiderio individuale, battuta da lancette che si incrinano nella fede e la soppiantano, sostituendola con un dialogo, a tratti solipsistico e autoreferenziale, proiettato allo specchio delle brame personali.
Un libretto che si legge d’un fiato e che, grazie alla traduzione di Maria Franguli, giunge fino a noi, nella sintesi di una provocazione congiunta a una verità: che il sensuale è un campo aperto, l’orizzonte piano ed evocativo sui cui molteplici aspetti si intersecano e si relazionano; uno spazio sconfinato e sconfinante, percorribile in ogni sua eccezionalità.


“Tre racconti sensuali” di Yorgis Yatromanolakis | Lamantica Edizioni | 2021

Photo by Lucas Sankey

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