Marra | Leggendo il coraggio
Dario Talarico: IL CORAGGIO DI NON LASCIARE IL SEGNO | Recensione di Marco Marra
La potenza evocativa di questa silloge trova la sua genesi in un background culturale, assai versatile e rilevante nelle sue inclinazioni filosofiche, che porta l’autore –e di rimando il lettore- a riflettere sul concetto di essenza. E proprio muovendosi dietro la complessità di tale formazione, Dario Talarico fa un uso oculato e mai abusato degli strumenti sintattici e grammaticali; la sua è una profonda analisi etica, concettuale e linguistica in cui tutto ciò che è “di più” viene tolto per fare emergere la carne della vita. Il fulcro, e quindi il punto più alto di questo processo, si manifesta nella poesia “Autopsia (reiterata)” la cui strofa xi. ne rappresenta il richiamo più eloquente: “Non gonfiare la parola oltre il limite/della sua crosta. Delimitane il cerchio,/ripuliscine i confini: non è esagerando/che si invera l’infinito.”; spaziando dunque nel solco di tale intendimento, gli scritti di fondo esortano a un vissuto quotidiano spurgato da qualsiasi blocco e artifizio. Sottendono che persino le spinte contraddittorie –se autentiche- sono un elemento salutare e catartico per la naturalezza dell’uomo. La lirica “T.S.O. – Il guerriero senza cielo” è, in tal senso, la siffatta dimostrazione di come la repressione –spesso mimetizzata fra deleterie convenzioni- porti all’inevitabile annullamento di se stessi e dell’esistenza: “- Il menù della casa? Psicofarmaci, esistenze/in ritardo. – Un altro sorso di sedativo – prego./E non più battiti, ma echi/di echi lontani.”, e i versi “Credo che continuerò a fare/quello che ho sempre fatto./… E farò girare il mondo ai miei denti,/a questa chiatta di ossa e carne.” non possono che “urlare” l’impellente necessità di controtendenza del poeta sentitosi toccato nelle corde più intime. Per contrasto, nella poesia “Gli amanti”, è di assoluto interesse la chiave di lettura che vede nel “lasciarsi andare” forzato e promiscuo un atto malinconico che rende l’amore utopistico: “Lo avevi in bocca./Piangevi. Ridevi./Eri innamorata./Bestemmiare – era rimasto/il nostro ultimo modo/di chiedere aiuto.” Nel proposito di eliminazione del superfluo anche la dimensione espressiva acquisisce sovente un taglio sintetico, “fermando” in pochi termini la vastità di concetti e valori cruciali. “Il coraggio di non lasciare il segno” è una stesura assolutamente singolare sotto il profilo contenutistico, in linea con la schiettezza complessa, intelligente e audace dell’autore; un libro il cui titolo realizza un toccante ossimoro con la sua sostanza, destinato ad incidere l’anima e il cuore nel rispetto del mondo e del silenzio.
Il coraggio di non lasciare il segno | Dario Talarico | Puntoacapo Editrice |