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Saracino | Carlos Barral

Spesso i poeti, per amore di distanza o dabbandono a un respiro di prosa, scrivono fiabe. Ciò accade per una rara combinazione: ad ogni intervallo di anni il tempo stesso si allaga proseguendo in forme, immagini, visioni che, scissi dal quotidiano e dallintellettualismo, entrano nel mito della vita e riavvolgono in sequenze di eventi il mondo conchiuso nella narrazione.

È una barca: viandante, primigenia, peregrina su acque bianche. È Carlos Barral, poeta spagnolo, della scuola di Barcellona, segnato per tutta la vita da ossessioni memorialistiche e dallamore per il mare, la spiaggia di Calafell, sulla costa di Tarragona.

È suo Nefelibata che viveva tra le nuvole, edito in Italia da Salani, minuscola storia dal titolo sonoro, quasi un verso, accentuato da un nome desueto che diventa icona di uno spirito essenziale e di una vocazione.

Nefelibata, parola antica di derivazione greca, in portoghese e in spagnolo indica colui che ama camminare sulle nuvole o semplicemente starle a guardare. È anche il nome del piccolo protagonista di una fiaba che ha a che fare con il battesimo dellinfanzia, quando la luce delle cose svela al mondo lintegrità delle parole.

Nei bambini nominare la realtà è istinto incantato di aggregazione e unione. Nulla è scisso, caduco, pendente. Tra gli oggetti, le situazioni, le esperienze e i nomi vi è un effluvio di coincidenze e di aderenze assolute. Così il piccolo Nefelibata non solo scopre di poter viaggiare sulle nuvole, ma si ritrova anche a dover liberare i colori segregati su unisola oscura e remota, restituendo loro la dignità attraverso la parola.

Lintera storia è il simbolo della vita che diventa cupa e sterile se non fondata sulla possibilità di assegnare agli istanti vissuti e non vissuti il potere affabulante e fascinatorio della nominazione. Ed infatti, solo ciò che nominiamo con nettezza e precisione, ciò che emerge dalle chiare lettere del nostro sforzo di percepire e comprendere, esiste ed esisterà eternamente, si rinsalderà nella storia, diventerà passione, memoria, naturalmente comunione.


Image: The Fortune Teller | by Simon Vouet (1590-1645)

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