Milan
29 Apr, Monday
21° C
TOP

Montorfano | Rooms for Tourists

E’ il 15 Agosto quando la radio annuncia la fine della guerra contro il Giappone. Ed è il 29 Agosto dello stesso anno quando Hopper, dopo un lungo periodo di improduttività che lo preoccupava e lo angosciava, riprende a dipingere. La moglie Jo annota i cambiamenti sulla tela. “Ha fatto grandi passi avanti. Le stanze sono illuminate dall’interno, così si vede quello che succede sotto i tendoni scuri. La luce è gialla o le stanze sembrano di questo colore perché fuori è buio; all’esterno spicca l’insegna “Rooms” perché la scena è vista dal cortile principale.”È il 14 Settembre, il quadro è quasi completo: “è una casa vista di notte – scrive ancora la moglie – un edificio bianco illuminato dalla luce della strada. Ma ci sono anche le luci all’interno e questo dà l’idea che la casa sia come uno scrigno che contiene le stanze”.

È impressionante la precisione e la dedizione con le quali Jo annotava tutte le evoluzioni del quadro. Certo, non senza difficoltà all’interno della coppia visto che Hopper poco amava le intromissioni e, come la stessa Jo affermava: “È difficile avere due persone tanto interessate all’esecuzione di un solo dipinto”. Eancora più impressionante è che queste note siano rimaste lacerto di decodifica, campioni di lettura autorizzata alle tele di Hopper. Ma ogni volta che osservo questo quadro, questa luce bianca, di gesso, sui frontoni, sulle colonne che reggono la grande impalcatura, la cosa che più mi colpisce, ciò che i miei occhi guardano con insistenza e completamente sedotti, è il tetto dell’edificio, quel tetto verso cui la mia mente è inibita e impossibilitata a compiere qualsiasi completamento amodale. La sommità non ci riguarda – sembra dirmi Hopper. E la casa è salda nonostante un cratere là in cima. Non c’è odore di frana, di cielo caduto in pezzi. Solo il silenzio nel suo farsi e nel suo disfarsi. Solo un cratere nel proprio apice, il buio intorno e una luce calda che rimanda la pace dell’interno senza che nessuno la abiti.

Così, ogni volta che mi allontano da questo quadro, mentre gli volto le spalle, ciò che mi raggiunge e mi domina è la percezione di un male che abita le cose e l’esistenza di una complicità segreta, un consenso tra me e questo male. E solo in quell’attimo apicale capisco che l’unica forma di antagonismo a questa verità è quel tetto la cui sommità non è dipinta. Quel cratere che si assume il compito d’inesistere.


Image: “Rooms for Tourists” | 1945 Olio su Tela | 76,8 x 107 cm | New Haven, Yale University Art Gallery, lascito di Stephen Carlton Clark, B.A. 1903.

Post a Comment